Super League: addio al calcio che sognavamo da bambini

I titoli dei quotidiani nazionali ed esteri che condannano la Super League. Chi il calcio l'ha onorato celebrandolo con propria vita e chi lo sta calpestando
I titoli dei quotidiani nazionali ed esteri che condannano la Super League. Chi il calcio l'ha onorato celebrandolo con propria vita e chi lo sta calpestando

Di Pierandrea Fanigliulo

I sogni e gli incubi sono vicini, talmente vicini che spesso possono essere confusi o ancora, i primi possono prendere il posto dei secondi e viceversa. Entrambi possono essere vissuti nel mondo onirico, quando il cuore batte al ritmo delle immagini che quell’universo suggerisce ma anche ad occhi aperti, mentre la nostra vita scorre e spesso ci trascina con sé. Ultimamente è capitato sovente di confrontarmi con amici e ricordare quei momenti ormai lontani in cui si poteva solo sognare a prescindere dall’ora della giornata: si sognava quasi sempre di indossare delle scarpette da calcio, vestire i panni di un super eroe che scendeva su un campo in erbetta vera ed essere accolti da decine di migliaia di tifosi; si salutava il pubblico all’ingresso e poi via con dribbling, doppi passi e gol all’incrocio. Questi sogni sono stati e sono condivisi da miliardi di bambini da quando il calcio è nato oltre 100 anni fa. A questi, vanno di pari passo i desideri più o meno realizzabili dei tifosi che vedono i loro club vincere un campionato o raggiungere una clamorosa qualificazione alle coppe.

Ecco, proprio questo è il punto: qualsiasi sogno, sebbene difficilissimo da realizzare, il calcio ha sempre permesso che una piccola speranza potesse essere coltivata per raggiungerlo. Sono state proprio quelle eccezioni a rendere magico questo sport: quanti ricordano la formazione del 27esimo Scudetto della Juventus? Eppure tutti ricordiamo quasi a memoria i protagonisti dell’unica Premier vinta dal Leicester di Sir Ranieri, come passerà certamente alla storia l’Atalanta di Gasperini, o ancora il Verona di Bagnoli e tanti altri esempi di squadre che hanno realizzato quel sogno all’apparenza così irrealizzabile.

Cosa ha rappresentato realizzare quel sogno per i tifosi di quelle squadre? Credo che a questa domanda l’avvento del più grande calciatore della storia abbia saputo rispondere con la sua esistenza. Maradona, scomparso il 25 novembre scorso, è stato un “capo popolo” oltre che il più grande di tutti con la palla tra i piedi. Il popolo napoletano, come quello argentino, si sono sentiti rappresentati dal suo riscatto sociale di “scugnizzo argentino” nato nella polvere con un pallone di pezza e un paio di scarpe rotte ai piedi. Tutti gli ultimi del mondo hanno visto in Maradona una possibilità di riscatto. Quel riscatto è arrivato perché Maradona e Napoli hanno avuto la possibilità di realizzare quel sogno.

Ora quel sogno viene calpestato da una banda di ricchi che non hanno saputo rendere sostenibili le loro imprese e cercano una scorciatoia per fare più soldi per poi bruciarli nuovamente. È vero, il calcio è un’azienda e come tale deve guardare al profitto però, se come è vero il calcio è lo sport più popolare al mondo (circa 4 miliardi di tifosi), è proprio perché anche gli ultimi hanno il diritto di ambire a vincere. Gli ultimi, come i primi, sono spinti dai miliardi di tifosi che amano questo sport per le infinite battaglie (sportive) e rivalità che esistono a prescindere dal valore della rosa di una squadra. Non metto in dubbio il fatto che i “Governi” di questo sport abbiano le loro falle e i loro scheletri nell’armadio ma creare un elité di squadre che si pone al di sopra di tutte le altre è quanto di più lontano possa esistere dal soffio vitale del gioco del pallone. Il calcio è di tutti e tutti hanno il diritto di ambire a raggiungere il massimo! Allo stesso tempo nessuno si deve sentire escluso dal fallimento di una sconfitta o di un’intera stagione! Quel sogno chiamato calcio, per colpa di ricchi avidi e senza scrupolo, ha lasciato il passo a un incubo. Questo strappo, purtroppo, segnerà il futuro di questo sport.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui