In una bella intervista a Repubblica Roberto Baggio ha parlato della sua quotidianità, ma non solo.
“Mettiamoci d’accordo: quelli che senza pallone si sentono appagati e felici sono dei falliti? Lasciare il calcio mi ha ridato vita e ossigeno. Spacco la legna, uso il trattore e la sera sono così stanco che mi gira la testa.
Sono a contatto con la natura, che è la cosa più bella. Poi, faccio dei lavori che mi danno soddisfazioni. Mi accontento delle cose più piccole, che alla fine sono anche le più belle”.
“Ancora non mi perdono il rigore sbagliato nella finale del Mondiale di USA ’94 contro il Brasile. Non c’è religione che tenga, quel giorno avrei potuto uccidermi e non avrei sentito niente“.
“L’amore della gente dopo 17 anni aver smesso di giocare a calcio? Non so, è una cosa bellissima e sorprendente perché sono passati tanti anni. Forse, la semplicità che mi ha sempre contraddistinto è stata apprezzata dalla gente”.
“Maradona e Rossi? Due persone a cui tutti eravamo legati, due esempi importanti nel calcio. Hanno segnato epoche e hanno fatto la storia del calcio mondiale. Ho avuto la fortuna di averli come amici”.
Sul calcio senza pubblico: “Il calcio senza il pubblico è tristissimo. Al di là della qualità delle partite, senza il tifoso è veramente triste. Vorrei che la gente dal film su di me (“Divin Codino, presto in uscita su Netflix, ndr) capisse le difficoltà affrontate, l’importanza di arrivare alla fine del percorso ed essere soddisfatti di quanto fatto“.