Messias e Nzola favole di questa Serie A

Nzola e Messias
Nzola e Messias

Crotone e La Spezia sono le città che fanno da palcoscenico a due delle nuove favole del nostro calcio. Quel calcio fatto all’apparenza solo di milioni e di milionari, di interessi delle multinazionali e di sceicchi pronti a ricoprire d’oro sbarbatelli tatuati con svariati “k” di followers sui social. Questi aspetti però, rappresentano solo la punta dell’iceberg, che ingloba l’intero “movimento calcio” e che sotto la superficie del mare nasconde vite di calciatori, addetti ai lavori e operatori della filiera, molto lontani da quell’oro abbagliante che è presente sopra la superficie.

Tra questi iniziano a trovare spazio due ragazzi che hanno dovuto scalare le pareti della montagna di ghiaccio partendo dal basso, da molto in basso. Il primo ha 24 anni ed è arrivato in Italia quattro anni fa quando la Virtus Francavilla lo ha prelevato dall’Academica; il secondo di anni ne ha 29 e se non fosse stato per l’intuito dell’ex calciatore e allenatore del Torino Ezio Rossi, avrebbe continuato a trasportare elettrodomestici dentro Torino. I due calciatori in questione sono M’Bala Nzola e Junior Walter Messias.

Nzola è un ragazzone francese che arriva in Puglia come scommessa di una squadra che per la prima volta si appresta a disputare un campionato professionistico. In panchina per la Virtus Francavilla c’è l’allenatore Antonio Calabro. Proprio l’allenatore salentino, dopo aver creduto e puntato su di lui in biancoazzurro venendo ripagato con 13 reti in 39 gare, decide di portarlo con sé nella sua esperienza sulla panchina del Carpi in Serie B. Nel campionato cadetto, però, il centravanti nato a Troyes il 18 agosto del 1996 non riesce a ripetersi rimanendo a secco nelle 14 partite disputate. Dall’anno successivo decide di credere in lui il Trapani con cui vince il campionato di C e si conquista sul campo la possibilità di giocarsi ancora una volta le sue carte in Serie B. Al secondo tentativo non sbaglia, tanto da meritarsi le attenzioni dello Spezia che lo prende nel mercato di gennaio per puntare alla promozione in Serie A. In Serie A la squadra allenata da Vincenzo Italiano ci arriva ma Nzola torna a Trapani. Il fallimento di quest’ultima spiana nuovamente la strada che porta il francese alla corte del tecnico spezzino. M’Bala Nzola firma un contratto di tre anni e, dopo una scalata iniziata alle basi dell’Iceberg, inizia ad affacciarsi in superficie grazie all’esordio nella massima serie contro la Fiorentina. Quaranta minuti in cui tiene impegnata la difesa viola da solo, in cui Ricci e compagni trovano una sponda per arrivare in avanti e, soprattutto, in cui sfiora la rete per una clamorosa vittoria dello Spazia.

La storia di Junior Walter Messias, invece, sembra uscire dalla penna di uno sceneggiatore Hollywoodiano. Dopo aver giocato nelle giovanili del Cruzeiro nel 2011 si trasferisce a Torino, dove viveva già suo fratello. Nel capoluogo piemontese lavora per quattro anni come trasportatore di un negozio di elettrodomestici. Come hobby gioca a calcio nei tornei UISP di Torino. Nel 2015, durante una partita, viene notato dal tecnico del Casale Ezio Rossi, ex giocatore e allenatore granata, che lo porta al Casale e lo fa giocare in Eccellenza. L’anno successivo Messias lasciò Casale per andare a giocare a Chieri, in serie D. Nel 2017 la Pro Vercelli lo aveva preso per fare la B, ma il trasferimento saltò per motivi burocratici. In sostanza, l’impossibilità di tesserare un extracomunitario nella seconda serie. In realtà avrebbero potuto aggirare il problema se una squadra di A lo avesse preso e girato in prestito in B. Ma nessuno scommise veramente su di lui. Un peccato, perché ha dovuto ritardare la sua crescita andando a giocare a Gozzano in D dove vinse il campionato e salì in C. Poi è arrivato il Crotone ed è storia contemporanea. È la storia di un ragazzo che era addirittura sotto la punta più profonda dell’iceberg ed è riuscito a risalire talmente tanto da sfidare e far tremare la squadra regina d’Italia, la squadra della città in cui lui faceva il fattorino.

Perché le favole per essere raccontate, prima devono essere scritte!

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