di Sara Santoro
Due anni dopo Tottenham-Liverpool la finale di Champions ritornerà a parlare solo inglese. Ad Istanbul sarà una questione fra Chelsea e Manchester City. A cedere il passo le due principali favorite alla vittoria quest’anno: Real Madrid e Psg. Quello che più è bello del calcio è l’imprevedibilità, spesso accade ciò che non si si aspetta perchè, a volte, non sono i grandi nomi a fare la differenza ma la mentalità con cui si scende in campo per vincere.
La rinascita dei Blues con Tuchel
Da una parte il Chelsea di Tuchel, cacciato via da Parigi a Dicembre mentre era in corsa su tutti i fronti. Mai una polemica, mai una parola di troppo per un uomo che lo scorso anno aveva portato il Psg in finale di Champions. In una fredda giornata di Gennaio si è poi trovato a sostituire Lampard sulla panchina londinese. Con lui alla guida, il Chelsea ha trovato l’equilibrio che gli mancava. All’addio di Lampard i Blues occupavano il 9° posto, ora sono quarti in zona Champions, giocheranno la finale di FA CUP nella quale hanno eliminato in semifinale proprio il City di Guardiola. La squadra di Tuchel è giovane e talentuosa, basti pensare a Mason Mount, il talentino che ieri ha chiuso la gara siglando il 2-0, e Christian Pulisic che a soli 22 è già l’americano più forte e soprattutto il primo a giocare una finale di Champions. Fa quasi sorridere una foto dei due che li ritrae a undici anni all’ Academy del Chelsea, poco più che bambini e soprattutto ignari del fatto che esattamente dieci dopo avrebbero portato i Blues così lontano. Accanto alla gioventù troviamo però anche l’esperienza da veterano di Thiago Silva: 37 anni a settembre e non sentirli, l’anno scorso ha perso la finale di Champions League con il PSG, ma quest’anno ci riproverà da pilastro della difesa londinese. Ultimo ma non ultimo, l’instancabile Kantè. Il migliore in campo in entrambe le sfide. Corre, mangia palloni a tutti, anche ad abili palleggiatori come Kroos e Modric. Ribalta l’azione appena possibile nel campo avverso, sbaglia un gol ma ne inventa altri due per i compagni.
Pep e il suo City
Chissà se la macchina ideata e guidata da Tuchel avrà la meglio su Guardiola e il City, per la prima volta in finale di Champions. Avere in panchina un uomo come Pep, che di finali ne ha già viste e vinte, potrebbe essere però l’arma per sfatare il tabù delle debuttanti nella finalissima della competizione. Il suo Manchester City è di nuovo la miglior squadra in Inghilterra, pronta a vincere la Premier. Con un Aguero che non è più quello dei tempi d’oro, con Gabriel Jesus viaggia a corrente alternata, Guardiola ha ideato un nuovo tipo di gioco grazie al quale il Manchester City vince giocando senza il centravanti. Gundogan per un certo periodo è stato addirittura il ‘bomber’ del City che la semifinale con il Psg l’ha giocata dall’inizio con in attacco Bernardo Silva, Mahrez e Foden. Probabilmente anche in finale il City si ripresenterà così in campo, senza centravanti, tanto che dopo la semifinale Guardiola ha detto: “Ho sempre pensato che dobbiamo arrivare in area con tanti uomini, non stare lì. Abbiamo una squadra fatta per tenere il pallone e non perderlo, ma forse in finale giocherà un attaccante, vedremo.”
Sarà sicuramente una gara tutta da gustare e nonostante le due formazioni si siano già incontrate quest’anno, è difficile prevedere chi delle due la spunterà.