La storia dell’Union Royale Saint-Gilloise

Di Samuele Rizzo

C’è una squadra neopromossa che sta dominando il suo campionato. Ma partiamo dall’inizio.

Accade tutto nella primavera del 2018. L’Union Royale Saint-Gilloise ospita il Tubize negli spareggi per non retrocede nella terza divisione belga. Finisce 1-1 con una rete siglata da Greogory Neels, ex della partita. Ma la settimana dopo c’è il ritorno. L’USG vince 1-0 in trasferta grazie ad Adrien Saussez, portiere (arrivato proprio dal Tubize) che para
un rigore al 90esimo.

Il Saint-Gilloise è salvo. I calciatori festeggiano. I tifosi sono in visibilio. A un certo punto il presidente prende parola e spiazza tutti: «Ho venduto la squadra». Nel maggio 2018, Tony Bloom, già proprietario del Brighton, acquista l’Union Royale Saint-Gilloise e la storia cambia. L’anno scorso il club torna in Serie A belga dopo 48 anni. Oggi comanda la classifica e sogna di vincere un campionato che manca dal 1935.

L’Union è una nobile del calcio belga, ma ampiamente decaduta: 11 campionati vinti, l’ultimo dei quali
però nel 1935. La chiamano anche Union 60 perché negli anni ’30 non perde per 60 partite di fila (record ancora
vigente). Nel 1958 l’USG elimina la Roma dalla Coppa delle Fiere. Da qui iniziano retrocessioni e crisi. Nel 1973 si presenta un magnate di nome Ghislain Bayet: «Torneremo in alto, fidatevi di me». Finisce malissimo: nel 1976
il tribunale ne decreta il fallimento.

Ragionevole che dubitassero anche di Tony Bloom. Il nuovo presidente mantiene la parola, restaura il centro sportivo e investe 200mila euro all’anno nelle giovanili. Nel 2019 assume come tecnico Felice Mazzù, un 55enne reduce da
una Supercoppa vinta col Genk. Sangue italiano: suo padre Pasquale era partito dalla Calabria per cercare fortuna nelle miniere di carbone di Charleroi.

Tra i segreti del Saint-Gilloise c’è lui, Deniz Undav. Attaccante, tedesco, ha 25 anni e a 17 il Werder Brema lo scarta perché troppo basso. Riparte dalla quarta serie in Germania, guadagna 150 euro al mese e così gli serve un lavoro: si sveglia la mattina alle 4 e inizia il turno in fabbrica. Ha problemi coi fast food: «La dieta non serve»,
L’incontro con Mazzù lo ha cambiato. Il calcio era solo un hobby, oggi segna con regolarità: 16 gol finora in campionato.

Assieme a lui Dante Vanzeir, che gioca coi parastinchi ricavati dalle solette degli scarpini e di recente è stato convocato in Nazionale belga dal c.t. Martínez. E mica ci sono solo loro. Christian Burgess è un difensore uscito dalle giovanili dell’Arsenal, laureato in storia, attivista per i diritti dei migranti e l’ambiente. Capitan Teddy Teuma è un nazionale maltese nato a Tolone da genitori tunisi.

C’è Felipe Nicolás Avenatti, attaccante ex Ternana e Bologna. E a proposito d’italia: Lorenzo Paolucci, centrocampista pescarese classe ’96, l’estate scorsa ha lasciato Reggio Calabria per firmare con l’Union Royale.


A giudicare da come sta andando, non è stata una brutta scelta.


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