La Genova calcistica ostaggio di Ferrero e Preziosi

La Genova pallonara sembra essere ostaggio dei due presidenti di Genoa e Samp
La Genova pallonara sembra essere ostaggio dei due presidenti di Genoa e Samp

Roberto Sabatino nel suo pezzo su Sport in Condotta, la voce della passione analizza la situazione della Genova pallonara. L’espressione che hanno oggi i tifosi di Genoa e Sampdoria richiama molto la canzone di Paolo Conte. La pioggia, anche in piena focosa estate 2021, bagna e rende umido l’umore dei rossoblucerchiati ai nastri di partenza della nuova Serie A, con tanti dubbi sul futuro.

Sono lontani i periodi magici della “Sampd’oro” di Mantovani, o dell’era Garrone che riportò l’Europa dopo gli anni bui della B. Preistoria anche il Genoa in UEFA negli anni novanta con Aldo Spinelli, e successivamente nel nuovo millennio con Preziosi.

Ecco, uno degli uomini della discordia: il Re dei Giocattoli, insieme al collega cittadino Massimo Ferrero, a capo di due storiche società del nostro calcio che oggi si sentono più che mai incatenate.

Eh si, sarà pur vero che negli ultimi anni i debiti hanno sotterrato club come Fiorentina, Parma e Palermo, ma è pur vero che da anni a Genova non si programma e si vive (troppo) alla giornata. Le famose plusvalenze hanno tenuto a galla i due club: Preziosi si è sfregato le mani negli anni grazie ai vari Milito, Piatek, Rovella, Sturaro, Shomurodov, Kouamè e chi più ne ha, più ne metta (e tralasciamo le valutazioni economiche esorbitanti). Senza dimenticare la girandola di allenatori che hanno spaesato anche i media (dai “bruciati” Liverani e Thiago Motta, agli usa-e-getta Nicola e Ballardini. Passando in mezzo per Gasperini, Juric, Mandorlini, Maran..).
L’imprenditore irpino è lo stesso che non è riuscito ad ottenere per anni, a causa di debiti maturati in giro per il Vecchio Continente, la famosa “Licenza UEFA” per partecipare alle coppe europee (al termine della stagione 2014/2015, il Grifone dovette cedere il proprio posto ai cugini a causa proprio di ciò).

Ferrero ha tenuto a galla la sua Sampdoria vendendo a peso d’oro calciatori come Muriel, Torreira, Praet, Zapata. La rivalità cittadina si è appiattita al livello “vediamo chi finisce sopra”, di qualsiasi posizione si tratti: solo che ultimamente si gioiva tra il 10° e 16° posto.

“Tutto comincia e tutto finisce, bisogna solo capire il momento giusto e se ci sono interlocutori che possano assicurare al Genoa il futuro che si merita. In quel caso, mi farei da parte per riposarmi dopo quasi diciannove anni di calcio a Genova”, ha dichiarato a giugno 2021 Preziosi.

Senza dimenticare che quattro anni prima annunciò in pompa magna l’addio al club: “Ho venduto il Genoa, ma se dovesse saltare, io di sicuro non sarò presidente, al massimo il patron. Ma le trattative sono in uno stadio avanzato e sono abbastanza ottimista. Alla prima giornata di campionato voglio essere uno spettatore, un tifoso comune e non voglio nessuna carica”.

Anche a Ferrero è stata attribuita nel tempo più di una trattativa di cessione societaria, ma tutte finivano in una enorme bolla di sapone: “Stando a quanto riferisce Parodi, un’altra trattativa saltata. Ancora una volta a causa di richieste esorbitanti da parte di Massimo Ferrero. Ma è possibile che sia ancora nelle condizioni di fare offerte irricevibili, nonostante la situazione economica in cui versano le società a lui riferibili?”, riportavano siti di stampo blucerchiato.

Così CalcioeFinanza sulla Sampdoria: “La perdita di 14,7 milioni segnata nel 2020 dalla UC Sampdoria impatta i numeri di Sport Spettacolo Holding (SSH), la società-cassaforte che Massimo Ferrero, patron blucerchiato, controlla attraverso il suo Rosan Trust. A riportarlo è Milano Finanza, che sottolinea come il bilancio 2020 di SSH sia stato chiuso con un utile di 465mila euro, in netto calo rispetto ai 2 milioni del precedente esercizio. La quota del 99,96% nella UC Sampdoria è risulta iscritta a 40,6 milioni nell’attivo da 68,6 milioni del bilancio di SSH. L’assenza di svalutazione del club è dettata dalle trattative del calciomercato, che potrebbero far emergere plusvalenze nel bilancio del club. Anche perché, si legge nella relazione sulla gestione, “i valori di mercato della rosa di Ferrero sono mediamente superiori a quelli di iscrizione in bilancio”.

Genoa e Sampdoria, dieci scudetti in due, navigano nell’oblio: contestazioni, calciatori che vanno e vengono, debiti esorbitanti.

I tifosi rossoblucerchiati non chiedono scudetti o Coppe (ma partecipare a quest’ultime, almeno ci starebbe). Chiedono di poter riversare il loro amore verso la squadra della propria città. Chiedono di potersi identificare come accade all’interno di un tessuto sociale. È possibile lasciare una città, dal punto di vista sportivo, così in ostaggio?

Gli anni di permanenza in Serie A non devono diventare un ricatto. Anche perchè i genoani hanno visto pure un torneo di Serie C1 nel 2005, causa illecito sportivo…. commesso da Preziosi.

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