La definizione, fornita dal vocabolario Treccani, è la seguente: fuoriclasse (o fuòri classe) locuz. usata come agg., invar. – Di persona (o anche, ma meno comunem., di animale o cosa, per es. un veicolo) che ha qualità o dà prestazioni eccezionali, tanto da poter essere ritenuto al di sopra di ogni classifica: è un atleta, un nuotatore, un corridore f.(http://www.treccani.it/vocabolario/fuoriclasse/)
Credo che l’ultima parte sia quella più esplicativa: “tanto da poter essere ritenuto al di sopra di ogni classifica”. La classifica, nello sport, è quasi tutto, checché ne dica Pierre de Coubertin. Purtroppo, o per fortuna, è vero che dei secondi classificati non si ricorda mai nessuno.
Se pensiamo agli scudetti della Juventus in questi anni di totale dominio bianconero nel campionato italiano, chi saprebbe ricordare i secondi arrivati nelle varie stagioni. Certamente i tifosi della squadra giunta un gradino sotto la Juve ricorderanno bene di non aver vinto, ma gli altri? Pensiamo ai mondiali di Formula 1 vinti da Schumacher, o i campionati NBA vinti dai Bulls di Michael Jordan, o ancora al Giro d’Italia e al Tour de France in cui ha trionfato “il Pirata” Marco Pantani. Si potrebbe andare avanti per giorni elencando tutti gli sport e i rispettivi campioni. Scrivendo in questo momento, ad esempio, mi è venuto naturale porre nuovamente come soggetto “i rispettivi campioni”, non quelli che non ce l’hanno fatta, ma i campioni. Certo, lo sport, come la vita, ha regalato storie fantastiche anche di chi è arrivato ad un passo dalla gloria, ma quante sono queste storie?
Ecco quindi che lo sport, va di pari passo con la memoria che, in maniera molto selettiva, sceglie chi o cosa ricordare. La maggior parte delle volte, quindi, per essere ricordato nello sport devi essere salito sul gradino più alto: devi aver vinto. Cosa c’entra la memoria con l’essere fuoriclasse? Beh, vien da sé ricordarsi di Van Basten, Maradona, Platini, Del Piero, Baggio, Xavi, Iniesta, Zico, Zidane e si potrebbe continuare all’infinito estendendo l’elenco agli altri sport. Ci si ricorda di loro perché hanno vinto e hanno lasciato il loro marchio indelebile su quelle vittorie. Pensiamo al più grande giocatore di basket della storia, Michael Jordan. Si parla delle vittorie dei “Bulls di Jordan”. In questo caso il nome diventa più grande della sua squadra. In realtà, in questo caso specifico, il nome diventa più grande del suo stesso sport.
Torniamo nell’ambito calcistico, prendendo ad esempio uno dei giocatori italiani più amati i tutti i tempi: Roberto Baggio. Il “Divin Codino” non ha vinto poi tanto a livello di club: solo due scudetti, una Coppa Italia e una Coppa UEFA. Eppure se si pensa a Baggio non si può non definirlo un fuoriclasse. I dubbi non possono sfiorare lontanamente la mente di chi ne parla. Tuttavia se si guardano i capolavori di Baggio, non sono poi così distanti dalle reti messe a segno da Dybala. L’argentino realizza quasi sempre gol che non smetteresti mai di rivedere. Ma se vi chiedessi quale competizione della Juventus o dell’Argentina sia firmata in calce dalla “Joya” non credo sapreste rispondere. Mi verrebbe da dire che c’è stata una partita in cui Dybala sembrava finalmente aver fatto quel definitivo salto di qualità: Juventus – Barcellona 3 – 0 l’11 aprile del 2017. Contro di lui c’erano Iniesta, Suarez, Neymar e ovviamente sua maestà Messi. L’attuale 10 della Juve, allora aveva la maglia numero 21, “fece a pugni” contro i migliori e aveva avuto la meglio. In fondo, anche e soprattutto, il valore dei tuoi avversari da la giusta dimensione di quello che hai fatto.
Poi, però, la Juventus ha continuato a vincere facilmente in Italia ed è sempre arrivata ad un passo dalla vittoria in Europa. Cosa mancava alla squadra di Agnelli per fare quel passo? Credo proprio “quel fuoriclasse che potesse essere ritenuto al di sopra di ogni classifica”. Quel campione in grado di andare oltre la classifica ottenuta da una squadra di grandissimi giocatori: Cristiano Ronaldo. Si potrebbe obiettare che anche con Ronaldo la Juve non ha vinto. Verissimo, ma l’acquisto del portoghese è stato fatto esclusivamente per compiere quel passo che, evidentemente, nessun altro nella rosa avrebbe potuto far compiere.
Dybala è un fuoriclasse? No. Dybala è un grandissimo giocatore capace di giocate pazzesche da ammirare anche dieci volte di fila? Si. Dybala è il bello del calcio; ma Dybala non è un fuoriclasse come ad esempio è stato Del Piero che, con quella maglia dietro la schiena, regalò pennellate in grado di mettere in bacheca una Coppa Campioni e una Coppa Intercontinentale. 26 anni non sono pochi, ma non sono nemmeno tanti. Il tempo, anche se poco, è ancora dalla sua per vincere qualcosa firmato: la Joya.