Leao è le “Jordan rules” suggerite dal direttore di Sportitalia Michele Criscitiello

Il milanista Rafa Leao e il direttore di Sportitalia Michele Criscitiello protagonisti
Il milanista Rafa Leao e il direttore di Sportitalia Michele Criscitiello protagonisti

Nelle ultime ore ha fatto discutere la piccata risposta del campione rossonero Rafael Leao alle dichiarazioni del direttore di Sportitalia Michele Criscitiello.

Ricostruiamo velocemente quanto è accaduto durante una trasmissione sportiva di cui era ospite. Parlando dello strapotere atletico e tecnico del campione portoghese, in grado di destabilizzare anche a livello di scelte i difensori che affronta (ultimo il difensore del Lecce Baschirotto che per timore di affrontarlo, ha arretrato sino a “portarsi” dentro l’area di rigore il numero 17 milanista che poi ha segnato), Michele Criscitiello ha offerto il suo personale suggerimento per fermare Leao: “Io non ho giocato a calcio, ma ormai difensori avete capito come è Leão. Appena parte, fate fallo, prendetevi un giallo, un rosso, un arancione, ma spezzategli le gambe. Quando parte, non lo prendi, palla al piede è una roba micidiale”. Da parte sua l’attaccante esterno di Pioli ha risposto sui social twittando “La colpa non è di chi queste cose le dice ma di chi gli permette di dirle”.

Sicuramente sentire in televisione qualcosa di simile può far storcere il naso ma, utilizzando onestà intellettuale senza scadere in perbenismi faziosi, la frase del direttore di Sportitalia era ovviamente l’esasperazione di un approccio che negli sport di contatto è sempre esistito.

Addirittura, passarono alla storia le famosissime “Jordan rules” che, come ricordato in maniera magistrale dal giornalista Federico Buffa altro non erano che “Come Jordan prende palla a turno stendetelo”.

Lungi da chi scrive, ovviamente, difendere un approccio antisportivo veicolato grazie ai media. Sicuramente, però, nemmeno il provocatorio suggerimento di Michele Criscitiello, come le Jordan Rules, come i falli di Bruno, Chiellini, Pepe e decine di altri esempi che si potrebbero fare, volevano o vogliono essere un inno all’antisportivitá; piuttosto un implicito elogio al campione di turno che non può essere fermato se non spendendo il fallo ed, eventualmente, il conseguente cartellino.

Ne sa qualcosa Lionel Messi che le “Messi rules” le ha accettate come onere con cui convivere per essere il più grande.

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