La pandemia ancora in corso ha portato i calendari delle due competizioni continentali per nazionali a vivere le proprie finali a poche ore di distanza. Le prime due squadre a scendere in campo sono l’emblema del calcio sudamericano. Argentina e Brasile si contenderanno la Coppa America trascinate dai loro fuoriclasse più lucenti: Messi e Neymar. A distanza di ventidue ore circa, a Wembley, scenderanno in campo i padroni di casa dell’Inghilterra e l’Italia di Roberto Mancini. Un europeo che per la maggior parte degli inglesi è già deciso a loro favore.
Brasile-Argentina, ultimo atto della 47° edizione della Coppa America, è soprattutto Messi contro Neymar, entrambi a caccia di un titolo inedito. La sfida di questa notte al Maracanà (calcio d’inizio alle 2, ore italiane) passa inevitabilmente dai piedi e dalle giocate dei due fuoriclasse che cercano il primo trionfo di peso in nazionale dopo aver vinto tutto a livello di club. Obiettivo in casa albiceleste: tornare a sollevare un trofeo dopo 28 anni di digiuno, sfatando allo stesso tempo il tabù delle quattro finali perse di fila tra Coppa America e Mondiali. Il Brasile, invece, punta a consolidare la supremazia continentale dell’ultimo decennio segnato da sette finali nelle ultime undici edizioni. Quello di stanotte sarà il 107° classico tra le due superpotenze sudamericane, con un bilancio leggermente a favore del Brasile (43 vittorie a 38), ma è solo la quinta finale della storia: la prima risale al Campionato Sudamericano del ’37 (successo argentino), poi “tripletta” verdeoro nel 2004, 2007 (in Coppa America) e 2005 (in Confederations Cup). L’ultimo trionfo argentino in Coppa è datato 1993 (anche all’epoca vittoria in semifinale contro la Colombia), mentre il Brasile nel frattempo ha aggiunto cinque coppe alla propria bacheca, giungendo alla soglia della “decima”. L’Albiceleste avrà la quarta occasione (dopo le finali perse nel 2007, 2015 e 2016) per provare a raggiungere l’Uruguay a quota 15 titoli. Il Brasile è imbattuto in partite ufficiali dal k.o. ai quarti di finale degli ultimi Mondiali contro il Belgio, mentre l’ultima sconfitta dell’Albiceleste risale alla precedente Coppa America, in semifinale, proprio per mano della Seleçao. La striscia positiva di Tite, contando solo gli impegni ufficiai, è arrivata a 18 risultati utili di fila, mentre Scaloni è a 13, a conferma dello strapotere esercitato a livello continentale dai due rivali storici. Per la Seleçao c’è anche da difendere un’imbattibilità al Maracanà che dura dal 1998, data dell’ultima sconfitta giunta (guarda caso) contro l’Albiceleste.
Inghilterra-Italia, invece, è la sfida di un gruppo a tinte azzurre ad un’intera nazione. Non si contano le iniziative inglesi tese a celebrare la vittoria di Euro2020 da parte dei loro leoni. Ad esempio, in caso di vittoria, l’11 luglio diverrà festa nazionale in tutta la Gran Bretagna. Certo, a pensare come sia arrivata in finale la nazionale di Southgate, qualche dubbio sul regolare svolgimento del match viene eccome. Inutile ripetere quanto per regolamento l’azione del rigore (ma c’era?) fosse da interrompere al VAR. Domani Chiellini e compagni se la dovranno vedere davvero contro tutti ma, a noi italiani, più le sfide sono proibitive e più tiriamo fuori quello spirito indomito che ci ha portato a cucire sul petto ben quattro mondiali. Ora è giunto il momento di riprendersi l’Europa. A prescindere da tutto Kane, Sterling e soci sono avversarsi di primissimo livello da temere in termini sportivi. Mancini non si nasconde e ammette che: “È uno dei momenti più importanti della mia carriera – ha ammesso il ct azzurro in conferenza stampa -. Spero di potermi prendere quelle soddisfazioni che mi sono sfuggite da giocatore con la Nazionale. Wembley? Sarà dura sentire i tifosi italiani, speriamo di sentirli alla fine…”. Siamo certi che, nonostante tutto, sapranno farsi sentire e magari il boato arriverà direttamente da qui!