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Con l’emergenza Covid-19 ormai tramutatasi in una pandemia globale crescono le pressioni sugli organizzatori dei Giochi olimpici per un rinvio. Il presidente del CIO, Thomas Bach, ha ribadito che la cancellazione di Tokyo 2020 “non è in agenda”, sottolineando che “l’annullamento di Tokyo 2020 distruggerebbe il sogno olimpico di 11.000 atleti e sarebbe la soluzione meno giusta”. Il fronte del no, però, continua a crescere: i Comitati Olimpici brasiliano e norvegese si sono pronunciati ufficialmente per il rinvio, così come hanno fatto la federazione francese di nuoto e le federazioni americane di nuoto e atletica, che schierano tra le loro fila alcuni degli atleti più in vista del pianeta.
Il governo giapponese finora non ha voluto sentire ragioni. Il ministro per i Giochi, Seiko Hashimoto, ha ribadito più volte che la posticipazione di uno o due anni delle Olimpiadi è “inconcepibile”, ma negli ultimi giorni è cresciuta anche l’opposizione interna: “Chi di noi può essere contento di ospitare le Olimpiadi in luglio mentre stiamo attraversando una criticità talmente ampia a livello globale, capace di stravolgere un numero così elevato di persone?”, si è chiesta Kaori Yamaguchi, ex campionessa di judo e membro del Comitato Olimpico Giapponese, che è arrivata a paragonare la situazione attuale del Giappone a quella che si viveva negli ultimi mesi del secondo conflitto mondiale, quando tutti sapevano che il Paese avrebbe perso la guerra ma nessuno voleva parlarne.
La sensazione è che, al momento, si cerchi di prendere tempo. Bach ha fatto capire che rinviare un evento di tale portata non è affatto semplice: “Non si possono posticipare le Olimpiadi come una partita di calcio del prossimo sabato”, ha detto, evidenziando che in questa emergenza globale “non esistono soluzioni ideali”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Tony Estanguet, il presidente del Comitato organizzatore dei Giochi di Parigi 2024: “È troppo presto per decidere – ha detto – La priorità è salvaguardare la salute dei cittadini di tutto il mondo. È responsabilità individuale e collettiva garantire che tutti partecipino a questi giochi. Dobbiamo vedere come ridurre al minimo i rischi. Il primo problema è lì, dobbiamo mettere le cose in prospettiva”.
Dall’Italia è arrivato l’auspicio di un cambio di date da parte del ct del Setterosa, Paolo Zizza, che ha posto l’attenzione sul fatto che molti atleti non si stanno allenando e che in molti non si sono neanche ancora qualificati. Il presidente del CONI, Giovanni Malagò, ha ammesso che “tutte le ipotesi sono al vaglio” e che al momento “nulla è escluso”, sottolineando che la decisione finale deve essere presa dal CIO e dal governo giapponese, il premier Shinzo Abe in primis.
Insomma, anche se ai vertici provano a tener duro, dalla base arrivano messaggi chiari. Le prossime settimane saranno decisive per valutare l’andamento della pandemia e verificare la fattibilità di un evento di portata globale che, al momento, sembra davvero tremare.