La notizia più importante, non ce ne voglia il Bayern Monaco è la presenza alla Puskas Arena di Budapest di 20.000 spettatori. Nonostante la pandemia di Covid-19 non accenni ad arrestarsi ma, anzi, sembra prendere nuovo vigore, la UEFA ha permesso a 20.000 spettatori di essere presenti allo stadio. Di questi, 500 sono arrivati dalla Spagna e 500 dalla Germania. Non del tutto d’accordo il sindaco di Istanbul della scelta di aprire lo stadio ma bisogna ammettere che vedere lo stadio parzialmente pieno è stato una dolcissima illusione di normalità.
Il campo invece dice ancora Bayern. E con merito, anche di fronte a un Siviglia che incarna il concetto di resilienza meglio di qualunque altra squadra. I 20mila spettatori della Puskas Arena di Budapest (già una notizia di per sé, di questi tempi) applaudono i bavaresi, che conquistano la seconda Supercoppa della loro storia: sono i campioni d’Europa a prevalere 2-1 sui detentori dell’Europa League, dopo 120 minuti di battaglia.
Bayern e Siviglia hanno mantenuto l’impianto vincente della stagione scorsa (e ci mancherebbe altro, visti i risultati ottenuti e il contesto incerto in cui si muove il calcio post-lockdown), ma qualche differenza significativa c’è, rispetto a qualche settimana fa. Nel Bayern pesa un vuoto: Thiago Alcantara, partito per Liverpool. Nel Siviglia una presenza, o meglio un ritorno, quello di Ivan Rakitic. Non è un caso che sia il croato a spaccare la partita con l’episodio che porta all’1-0: inserimento, spallata scomposta di Alaba, rigore trasformato da Ocampos.
È il premio all’avvio di gara del Siviglia, per nulla in soggezione di fronte alla squadra che ha tritato ogni rivale da quando è tornata in campo a maggio. Il Bayern, però, è campione d’Europa anche per la velocità con cui sa reagire agli scossoni. Dallo svantaggio fino alla mezz’ora aumenta la pressione e si procura occasioni in serie, più o meno “pulite”: le migliori capitano a Müller e Pavard, Bounou vede sfilare il pallone non lontano dal palo alla sua destra. Al 34′, però, le prove generali finiscono e va in scena il gol del pareggio: Lewandowski lavora alla grande un lancio di Müller e fa sponda, di prima, per Goretzka, che ha tutta la porta libera per l’1-1.
La ripresa si apre con due gol non concessi al Bayern: Lewa duetta con Müller a tre metri dalla porta e segna dopo essere partito in fuorigioco, poi è un suo fallo sullo stacco a rendere inutile il tiro vincente di Sané. Il Siviglia si rintana, vacilla ma non cade. Resiste a un altro paio di fiammate accese sempre da Lewandowski e Müller, due eterni fenomeni che sembrano immuni all’invecchiamento. E anche se non c’è più Banega (che ormai gioca in Arabia Saudita) prepara il colpo-beffa, la zampata in contropiede che metterebbe k.o. il Bayern proprio nel finale. Metterebbe, ma non lo mette: i bavaresi in porta hanno Neuer, che compie il solito miracolo uno-contro-uno e nega il gol a En-Nesyri, dopo un altro erroraccio di Alaba. E allora supplementari.
Tra le varie sostituzioni del match, quella tra Lucas Hernandez e Javi Martinez al 99′ sembra la meno significativa. Invece si rivela decisiva, perché cinque minuti più tardi la testa del basco impatta perfettamente il pallone mal respinto da Bounou e lo trasforma nel gol-partita. Non è una novità: a Praga, nella Supercoppa 2013, fu proprio Javi a far centro contro il Chelsea e portare il Bayern ai rigori della vittoria. E dire che, a 32 anni, in Baviera è considerato un esubero con un cartellino inferiore ai 10 milioni… la dice lunga sulla potenza di questo Bayern, incontrastato re d’Europa.